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Channel: Il Giornale - Gian Micalessin
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Viaggio a Midan, prima linea di armeni e cristiani in Siria

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Aleppo - Harud Kavejan non  ha più dubbi e  lo dice chiaro e tondo. "Qui ad Aleppo la storia si ripete. Cento anni dopo il genocidio i Turchi cercano di nuovo di  buttar fuori noi armeni e i cristiani. Dietro l'Isis, dietro tutti questi attacchi  ci sono sempre loro. Esattamente come cento anni fa".

Harud è un abitante di Midan il quartiere armeno e cristiano della città. Un tempo era il centro dei commerci e della lavorazione dell'oro, oggi è una prima linea desolata e insidiosa. Da due anni e mezzo i ribelli che combattono il regime di Bashar Assad tentano di conquistarlo con tutti i mezzi. Più volte sono stati sul punto di  controllarlo. Più volte sono stati ricacciati indietro dall'esercito. E quelle battaglie han lasciato non poche ferite. Ma i negozi sventrati,  i  palazzi crollati, i muri crivellati  di colpi  non sono  un ricordo del passato. Ricacciati ai margini del quartiere  i  ribelli  continuano a bersagliarlo con missili, colpi di mortaio e con le temutissime  bombole del gas. "Sono ordigni artigianali, li costruiscono  riempendo i contenitori del gas con grosse cariche di esplosivo mescolate a biglie e frammenti di metallo. L'effetto è molto peggiore dei colpi di mortaio  - spiega Harud - quando  colpiscono distruggono almeno due piani  di un palazzo. E per chi ci vive dentro non c'è praticamente scampo". 

Harud Kavejan, un orafo  della zona  ha provato sulla propria pelle l'effetto di questi ordigni crudeli e devastanti. "Guarda  le cicatrici, quando  mi hanno portato all'ospedale erano convinti che non ce l'avrei fatta. Le schegge mi avevano dilaniato lo stomaco e l'intestino. Dell'esplosione non ricordo molto. Ho sentito il boato, una pressione fortissima e poi tutto buio. Quando mi sono risvegliato ero all'ospedale da sei giorni ". L'altra maledizione di queste strade sono i cecchini.  Nelle viuzze che confinano  con il quartiere di Bustan Al Pascia  sono piazzati anche   a meno di  20 metri.  Ognuna di queste case e di questi palazzi è passata ripetutamente di mano. E degli abitanti originari  non c'è più praticamente traccia. Qui ogni passo è un'incognita, ogni incrocio   una scommessa sulla vita. E neppure le lunghe  tende  sistemate per impedir  di prendere la mira   garantiscono la salvezza.

Ma la zona  è un passaggio obbligato per arrivare alla chiesa di Kivork, il simbolo di quello che gli armeni cristiani di Midan considerano il loro nuovo martirio. Gli ultimi due incroci prima della chiesa sono praticamente terra di nessuno. Non ci sono tende e non ci sono ripari. L'unica contromisura è raggiungere l'incrocio addossati ai muri  e  poi  attraversare di corsa, prima  che il cecchino abbia tempo di prendere la mira.  La chiesa simbolo del nuovo martirio è appena oltre l'ultimo passaggio della morte.  La  sua facciata al di là di  un muro abbattuto   è circondata da macerie calcinacci. Ma dentro, oltre il portale bruciato, è ancora peggio. "Guardate  cosa hanno fatto non hanno lasciato intatto nulla" - racconta Hosseb Kivorkian.  Fino ad un anno fa  fa era il sacrestano della chiesa. Oggi passa le sue giornate a far la guardia a quel che ne rimane.

"Prima di entrare qua dentro  quelle bestie hanno sparato a mia moglie e a mia figlia di quattro anni. Hanno tirato nove colpi di kalashnikov  dentro casa mia, ma  per fortuna neppure uno le ha colpite . Poi mentre noi scappavamo sono entrati dentro e hanno crivellato di colpi l'altare e le icone.  Alla fine per completare il lavoro hanno  fatto esplodere  una bombola  del gas e due ordigni artigianali. Il fuoco  è divampato per due giorni. Così  alla fine sono rimaste solo le mura bruciate". Poi  s'interrompe, singhiozza e scoppia a piangere. "Questa gente non sa cosa sia  l'umanità. Se pensano di aver ragione perché non si siedono ad un tavolo e non dialogano. Se sono uomini parlino da uomini e dialoghino da uomini. Dio non ci ha creato  per sparaci a vicenda." 

Il quartiere cristiano di Aleppo, tra colpi di mortaio. bombole del gas trasformate in ordigni micidiali e cecchini


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